Cenni Storici


Secondo la leggenda il paese fu fondato nel 450 d.C. da Anagnini fuggiti nel monte di Acuto per sfuggire ai barbari guidati da Genserico.

In realtà la verità è un’altra: sono stati trovati resti di costruzione preromane e romane sovrapposte le une alle altre in piazza della Corte sotto il palazzo ora adibito a monastero delle suore del Preziosissimo Sangue, dove forse, in tempi assai remoti, sorgeva l’Arx e, posteriormente, funzionò il Tribunale. Dei sarcofagi trovati a sinistra dell’ingresso dello stesso edificio, contenevano ancora, nel 1925, scheletri ed oggetti funerari di tipo pagano. Altre tombe romane furono trovate alle falde del colle Burano ad 1 Km dal centro abitato durante i lavori per la costruzione delle ferrovie vicinali, delle mura e delle porte in contrada Portella. È quindi più probabile, che gli anagnini, al passaggio di Genserico, abbino trovato proprio dentro le mura di Acuto ospitalità e protezione. La prima menzione riguardante il castrum Acuti, piccola roccaforte della diocesi anagnina, è del 1051, anno in cui figura nel privilegio emanato da Leone IX in favore del monastero sublacense con due chiese poste nel territorio del castrum, dedicate l’una a S. Quintino e l’altra a S. Felice. Feudo di Anagni almeno dal XII sec. venne concesso in enfiteusi dal vescovo della città ad un certo Ildicio iudici, civi anagnino nel corso del secolo seguente, conservando però le sede Episcopale piena giurisdizione sul paese. Atteggiandosi costui a Signore assoluto, Alessandro IV lo fece espellere, dichiarando Acuto di immediato dominio della cattedrale di Anagni. Nel 1551 il ramo gentilizio dei Caetani Palatini si impossessò con la forza del paese, in cui, forse, la famiglia aveva gìà avuto possedimenti dei Caetani; in ogni caso nel XV sec. Alto e Grato Conti di Anagni se ne impadronirono, provocando l’intervento del Pontefice Eugenio IV che ne restituì il possesso alla Chiesa. Ritornando così sotto la giurisdizione della Capitolo anagnino, il castello vi rimase, anche in seguito senza subire altre forzate espropriazioni, come risulta dagli atti del XVI sec. Va sottolineato, a questo proposito, che ancora fino ai nostri giorni il vescovo di Anagni è insignito del titolo di “Signore di Acuto”.


« |